Come svezzare un agnellino

Lo svezzamento degli agnellini è un'operazione estremamente delicata, che deve essere praticata con molta cura, prestando attenzione a non stressare l'animale nel passaggio dal latte materno all'alimentazione solida. Innanzitutto, bisogna rispettare i tempi giusti e prestare attenzione alle esigenze non solo dell'agnellino, ma anche della madre, poiché un distacco troppo brusco potrebbe causare degli squilibri nella salute di entrambi.

Quando dare inizio allo svezzamento

Lo svezzamento non avviene per tutti gli agnellini allo stesso momento e allo stesso modo. Alla nascita, un agnello ha un peso che non supera i 3,5 kg e ha bisogno di essere nutrito con grandi quantità di colostro, cioè il primissimo latte prodotto dalla pecora subito dopo il parto, ricco di proteine, grassi e anticorpi, indispensabili per la sopravvivenza dell'agnellino. Nelle tre settimane successive, gli agnelli continuano a essere allattati dalla madre o, nel caso di allevamenti intensivi – oppure se malauguratamente la pecora che li ha partoriti dovesse morire, cosa che può avvenire proprio durante il parto – vengono nutriti in maniera artificiale. Il momento esatto in cui dare inizio allo svezzamento però, viene stabilito a seconda della destinazione dell'agnello che, se destinato all'ingrasso, sarà svezzato a partire dai trenta giorni di vita circa, mentre se è un animale da rimonta, lo svezzamento inizierà tra i due e i due mesi e mezzo di vita dell'animale. Molti sono gli allevatori che consigliano, soprattutto in ambienti non dediti all'attività industriale, di cominciare a svezzare gli agnelli anche a partire dalle sei settimane di vita, per rendere il processo quanto più facile possibile ed evitare problemi dovuti a un distacco troppo brusco tra la pecora e il suo piccolo.

Tipologie di svezzamento

Lo svezzamento è un processo graduale, che si differenzia anche a seconda del tipo di allattamento ricevuto dall'agnellino. Infatti, se quest'ultimo è stato allattato dalla madre, intorno al decimo giorno i due iniziano a essere separati progressivamente, fino a quando l'agnellino è capace di rimanere tutta la notte lontano dalla madre: in questo modo, si abituerà a non poter allattare in qualsiasi momento e sperimenterà altri sapori e consistenze, come farine specifiche, con cui può essere nutrito già da subito e, dopo qualche giorno, anche il fieno. Questo processo viene portato avanti fino al trentesimo giorno di vita dell'agnellino, rendendolo autonomo e, dunque, completamente svezzato. Al contrario, se l'agnello è stato allattato con latte ricostituito, innanzitutto è necessario fargli sperimentare la sensazione di essere nutrito realmente dalla madre, in modo naturale, attraverso dei biberon, dotati di specifiche tettarelle, che riproducono in maniera molto fedele la mammella delle pecore, facilitando l'attacco, soprattutto nei primi giorni di vita. Si possono scegliere anche tettarelle specifiche per gli agnelli e, in commercio, ce ne sono di diverse tipologie. Al momento dello svezzamento, al latte ricostituito bisogna aggiungere del fieno di leguminose, che è ricco di fibre e proteine e poi, gradualmente, si può incominciare a nutrire l'agnello con cibi solidi, come fieno ed erba, fino ai trenta giorni di vita, quando sarà completamente svezzato.

Svezzamento e idratazione

Il processo di svezzamento comprende non solo l'alimentazione, ma anche l'idratazione, poiché l'agnellino dovrà imparare, progressivamente, a bere non solo latte, ma anche l'acqua. Tra l'altro, i mammiferi ruminanti sono animali che necessitano, quotidianamente, di ingenti quantità d'acqua, per cui insegnare a un agnellino ad abbeverarsi è fondamentale. Questo aspetto non è molto complesso, infatti basterà lasciare a disposizione dell'animale una ciotola di acqua fresca e pulita e da solo capirà come abbeverarsi quando ne avvertirà la necessità. È bene ricordare che il latte di pecora è molto concentrato e ricco di sostanze nutrienti, per cui non va mai allungato con l'acqua; inoltre, nella prima fase di nutrizione dell'agnello, se questa avviene in maniera artificiale, si consiglia di allattare il piccolo due o tre volte al giorno.