La storia delle macchine per la pulizia industriale
Le macchine per la pulizia industriale ormai sono fondamentali in molti settori dell’industria moderna. Ma quali sono le loro origini, e come siamo arrivati ai modelli più moderni? Scopriamolo in questo articolo.
Le origini
È fin dall’inizio della rivoluzione industriale che si è reso necessario considerare dei metodi e degli strumenti per mantenere puliti gli spazi dedicati alla produzione. È tuttavia ovvio che, anche considerando le condizioni generali degli stabilimenti dei primi decenni della rivoluzione industriale, i metodi impiegati non potessero che essere molto semplici e rudimentali, ed esaurirsi nell’utilizzo di comuni metodi di pulizia come scope e altri strumenti semplici. Questi metodi erano faticosi e inefficienti, e soprattutto la maggior parte delle volte non riuscivano nel compito di rimuovere completamente lo sporco e i detriti.
Il primo grande passo avanti avviene alla fine del 1800, quando vengono adottate le prime macchine aspirapolvere industriali. Pur se realizzate con la limitata tecnologia del tempo, quelle macchine erano già infinitamente più efficaci dei metodi precedenti, e rappresentarono un’innovazione assolutamente cruciale nel campo della pulizia industriale.
Il XX secolo: l’avvento delle prime macchine per la pulizia industriale
Il ventesimo secolo è il secolo delle innovazioni continue, e sicuramente l’ambito della pulizia industriale non fa alcuna eccezione a questa regola. Gli anni ’20 vedono ad esempio l’introduzione di un macchinario nuovo, progettato per pulire le aree molto ampie dei capannoni industriali in una frazione del tempo necessario per svolgere lo stesso lavoro con i metodi tradizionali usati a quel punto: stiamo parlando delle prime macchine spazzatrici, che spesso erano ancora alimentate a gas.
Si tratta delle antenate, in definitiva, di quelle che rappresentano forse la maggiore innovazione del settore nel secolo scorso: le prime lavapavimenti industriali progettate e costruite a cavallo fra gli anni ’50 e gli anni ’60. Oltre ad essere più efficaci, e soprattutto più veloci, rispetto alla generazione precedente, queste macchine disponevano di un vantaggio in più, ossia l’alimentazione elettrica. L’efficacia era anch’essa aumentata, dato che le lavapavimenti industriali permettevano finalmente di pulire e asciugare i pavimenti in un solo passaggio.
L’evoluzione moderna
La fine del XX secolo ha rappresentato l’inizio dell’era digitale: una nuova rivoluzione che ha coinvolto tutti i settori, e naturalmente non ha tralasciato quello della pulizia industriale, dove l’impiego di sensori e di concetti della robotica ha portato a quello che è oggi lo stato dell’arte in questo campo: le macchine per pulizia industriale totalmente automatiche. Se meno di due secoli fa a pulire i capannoni erano stuoli di persone armate di secchio e spazzolone, oggi disponiamo infatti di macchinari automatici capaci di navigare autonomamente all’interno del capannone, evitare gli ostacoli, e pulire completamente il pavimento dalla sporcizia. Si sono fatti passi da gigante, poi, anche sul fronte ecologico, con alimentazioni a batteria molto più efficienti e processi di lavaggio che inquinano di meno grazie a consumi ridotti di acqua e detergenti.
La storia delle macchine per la pulizia industriale è una storia di innovazione che continua ancora oggi, e questo le aziende esperte del settore come MIBE (https://www.mibe.it/ ) lo sanno bene. Il processo di evoluzione che ha portato dai primi metodi rudimentali e faticosi fino a macchine altamente efficiente, e oggi perfino robotizzate, non si ferma mai, e sicuramente prevede grosse novità nel futuro prossimo.