Lettere d’addio

La storia è piena di casi in cui decine di persone che, prossime ad un’esecuzione o ormai volte al suicidio, invece di cedere alla disperazione hanno saputo manifestare grande dignità tirando fuori una grande dignità, lasciando ai posteri un importante esempio.
Per alcuni questo sarà quasi naturale, anzi morale, soprattutto quando si parla di cristiani, ma in ogni caso ci troviamo anche di fronte persone che, anche prive di fede, hanno affrontato il momento con una forza d’animo rara.
Le onoranze funebri, come quelle organizzate dall’agenzia Cattolica San Lorenzo, sono un elemento essenziale per la cultura di tutti i tempi.
Risulta impossibile, dunque, non commuoversi di fronte alle parole che una persona ha deciso di lasciare a chi rimane, che si tratti della persona amata, dei figli o di un ipotetico ‘’tu’’.

Virginia Woolf: biglietto prima del suicidio.

La lettera che la scrittrice inglese scrive al marito prima di commettere il gesto estremo è sicuramente uno degli esempi più lampanti di quanto detto precedentemente, dalle sue parole emerge infatti la necessità di eliminare dalla mente del marito qualsiasi senso di colpa, dichiarando ancora una volta i suoi sentimenti per lui e l’importanza che ha rivestito nella e per la sua vita.
Virginia soffriva da sempre di depressione nonostante vivesse dei momenti di quiete ma, come l’inizio della lettera dimostra, le ‘’voci’’ erano tornate, quella ‘’pazzia’’ non l’aveva lasciata, si era solo zittita per un po’ di tempo.
La scrittrice chiude la lettera affermando di avere due sole certezze: la bontà del marito e la felicità vissuta.

La lettera alla figlia adolescente

Il nome di Milada Horáková oggi non è più famoso come un tempo ma risulta essere una figura interessante e importante da conoscere.
Nacque a Praga nel 1901 e già nel 1916 fu espulsa dal liceo per la sua propaganda pacifista. Si innamorò e sposò con un compagno di partito nel 1927 e divenne madre di Jana nel 1934.Quando la Cecoslovacchia fu occupata dai tedeschi divenne uno dei capi della Resistenza e per questo venne arrestata dalla Gestapo, condotta in campi di concentramento e fu liberata solo nel 1945.
Venne eletta nel primo Parlamento libero ma a seguito del colpo di stato del 1948 fu invitata a lasciare il paese, cosa che lei non fece.
Nella lettera che dedica alla figlia esprime ciò che un’adolescente ha bisogno di sentirsi dire, l’importanza dei valori, del rapporto con gli altri e la determinazione di fronte alle molteplici sfide della vita.